Pubblicato da Martina Cecco in Benessere, Primo Piano.
Venerdì, 11 Luglio 2008.
Ne parlano in tanti ma non e’ ancora chiaro come mai stia avendo questo grande successo, il power walking, andando a risicare l’angolo di cielo del jogging, che sta per essere messo in soffitta. E’ arrivato anche in Italia il trend del camminare con potenza, a volte per fare meglio gli sportivi usano anche delle racchette per evitare di perdere la camminata.
La camminata veloce
mantiene in forma sia il sistema della circolazione, che il sistema cardiaco, che il sistema psichico: per fare un buon movimento puo’ aiutare la sabbia, il prato, l’uso dei pesi o l’uso del tappetino rotante. Se si usano i pesi vanno applicati alle caviglie o tenuti in mano, per l’ausilio possono andare bene anche dei piccoli manubri che servono per fare sforzo sui muscoli a andamento ritmico.
Se si usa la tecnica del prato o
della sabbia, invece, tecnica che deve la sua fortuna alla moda
californiana, si devono fare lunghe falcate, potenti, possibilmente si pratica
al mare, con un allenamento della respirazione perinalare i sali esatali dal mare e per aprire
la gabbia toracica aumentandone la forza e la capacita’ in volumi; questo
esercizio e’ ottimo se va a completare una fase di riscaldamento e di allenamento del sistema respiratorio.
Se invece si vuole fare allenamento domestico con
l tappetino, poco male, bisogna impostare in modo da restituire la forza di una
spiaggia, con la velocita’ di una camminata sostenuta. E il gioco e’ fatto.
Il power walking va di moda anche perche’ va a lavorare
parecchio sulla psiche: a differenza delle camminate rilassanti la camminata
tecnica restituisce benefici di tipo psicologico. Il fatto di doversi
concentrare per riuscire a mantenere il passo, le difficolta’ del caso da
superare con la pratica e l’allenamento, l’attenzione e la memoria richieste
per non perdersi a meta’ esercizio, hanno dimostrato, e i dati sono stati
confermati da una ricerca universitaria americana, che questa pratica
aiuta a curare malattie come la perdita di memoria, l’Alzheimer, il disordine
mentale e gli stati di esaurimento nervoso.
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